Dark Mirror 4A—04 a€“ Hang The DJ: age se Tinder decidesse los angeles nostra vita? [recensione no spoiler]

L’abbiamo giA  detto: giunti alla quarta stagione di Black Mirror, certe tematiche iniziano a ripetersi, e lo showrunner Charlie Brooker, piuttosto che stupirci con la novitA  delle sue idee, gioca ormai a proporci punti di vista diversi su argomenti che in qualche modo ha giA  trattato. Fortunatamente riesce a farlo con una story acutezza elizabeth una account classe da low farci rimpiangere gli scioccanti esordi del suo show, elizabeth cosA¬ quand’anche a€“ are available nella puntata Hang The DJ a€“ decide di denunciare (ancora la volta) l’importanza sempre crescente che hanno nella nostra vita i social elizabeth le app di online dating, lo fa senza scadere nel banale elizabeth senza rinunciare alla complessitA  della sua visione.

Los angeles premessa da cui parte la puntata A? tanto semplice quanto inquietante: cosa accadrebbe se lasciassimo decidere a un pc software in stile Tinder non solo quali frequentazioni sentimentali o sessuali avere, ma anche per quanto farle durare?

In un futuro non troppo distante gli appuntamenti galanti sono regolati da una avanzatissima app la cui interfaccia A? un piccolo dispositivo circolare sul cui display appaiono le decisioni indiscutibili del applications. A? un metodo adottato universalmente e le cui indicazioni devono essere accettate come indiscutibili: sarA  lui a dirci con chi sarA  il nostro prossimo appuntamento elizabeth per quanto dovremo frequentare quella persona (si trattasse di ore o di anni). Attenzione perA? a disubbidire a quel piccolo apparecchio: la sua avanzatissima intelligenza adattiva sembra possa garantirci di incontrare un giorno l’anima gemella, ma se low ottempereremo alle sue indicazioni a volte a dir poquito opinabili, saremo perennemente esclusi da un metodo che sembra poter garantire la felicitA .

Sono molte ce tematiche che si stratificano nel corso dei 52 minuti di durata del mediometraggio, e se ce principali sembrano essere la nostra cieca dipendenza dalla tecnologia e la conseguente superficialitA  dei rapporti umani, con l’approssimarsi del finale il disegno di Brooker si disvela come piA? complesso, ricollegando l’episodio alla tematica comune a molti degli episodi del nuovo ciclo (non vi diciamo altro per non spoilerare) e offrendo la lettura sorprendentemente ottimistica a€“ seppur inquietante a€“ delle nuove tecnologie.

Los angeles realizzazione tecnica dell’episodio Hang The DJ A? raffinata elizabeth magnificamente curata, ma considerato chi troviamo dietro la macchina da presa low c’A? affatto da stupirsi. A rendere ancor piA? facile il lavoro di direzione ci sono poi because of compriente proporzionale alla chimica che dimostrano sullo schermo: parliamo di Georgina Campbell (master Arthur, Broadchurch) age soprattutto dello straordinario Joe Cole (che ha avuto modo di distinguersi a Cannes in A Prayer Before Dawn ma anche a Venezia in Woodshock e in vision On Juliet, elizabeth in television con Peaky Blinders). Because of giovani artisti dei quali a€“ ne siamo certi a€“ sentiremo parlare sempre di piA?.

We because protagonisti a€“ individui che si incontrano in un fugace appuntamento di poche ore ma che hanno in comune un crescente scetticismo verso un totalizzante sistema di matchmaking quasi orwelliano a€“ ricordano per l’appunto i personaggi principali di una delle opere piA? celebri del visionario autore britannico: quel 1984 in cui Winston e Julia trovavano un proprio spazio di auto-affermazione in opposizione a un potere onnipresente e liberticida. Qui i toni sono molto diversi, ma per buona zona della puntata sembra proprio che siano queste tematiche, rilette in chiave piA? intimista age contemporanea, a riecheggiare in ogni riga dello script. L’ipotesi agghiacciante verso cui perA? Brooker determine di indirizzare la narrazione A? che questo a€?Grande Fratelloa€? degli appuntamenti possa effettivamente essere tanto intelligente da comportare are available naturale conseguenza la scelta di arrendersi alle sue dinamiche, senza perA? dimenticarsi di chiedere allo spettatore quale sia il prezzo di certe scelte, age quali rapporti possano dirsi veramente a€?reali’.

A dirigere l’episodio A? infatti uno dei piA? solidi ed esperti registi della serialitA  televisiva: quel Timothy Van Patten che A? giA  stato regista de I Soprano, Il Trono di Spade, The Wire, Sex plus the urban area age Boardwalk kingdom (di cui A? stato anche produttore esecutivo)

Los angeles puntata 4A—04 di Black echo persuade sotto ogni punto di vista, age bilanciando perfettamente spunti di riflessione sociali con linee narrative individuali, si pone arrive il fulcro naturale di una stagione sempre sospesa tra il macrocosmo della tecnologia age le labirintiche sorti dell’esperienza individuale. Se si avverte una qualche mancanza di freschezza nelle idee, a compensarla c’A? la straordinaria complessitA ; quella che fa di dark echo uno program arrivato alla sua piA? completa maturitA .