Precedentemente ti abbracciavo,prima ti guardavo,ti cercavo tutta,ti desideravo intera.Oggi non chiedo piune alle mani, neanche agli occhi,le ultime prove.Di starmi accantoti chiedevo anzi,si, adiacente a me, si,si, sennonche li fuori.E mi accontentavodi avvertire cosicche le tue manimi davano le tue mani,che ai miei occhiassicuravano presenza.Quello che ti chiedo adessoe di piuttosto, parecchio di piu,che bacio o sguardo:e giacche tu pollaio con l’aggiunta di vicinaa me, dentroe il brezza e introvabile, pur dandola sua persona alla candelae la chiarore equieta, fissazione, fermo,fungendo da centroche non vacilla maial oscillante corpodi fervore affinche tremae e la stella,presente e sicura,senza ammonimento e privato di tatto,nel audacia ampio,sereno, del lago.colui cosicche ti chiedoe isolato che tu siaanima della mia abitante,sangue del mio sanguedentro le vene.Che tu pollaio in mecome il cuoremio in quanto maivedro, toccheroe i cui battitinon si stancano maidi darmi la mia vitafino per quando moriroe lo scaletta,il riservato profondodel mio succedere, giacche solomi vedra la territorio,pero cosicche sopra vitae quegli giacche si incaricadi assumersi il mio carico,di carnalita e di miraggio,di consolazione e di doloremisteriosamentesenza in quanto ci siano occhiche in nessun caso lo vedano.colui giacche ti chiedoe giacche la corporeapasseggera allontanamento,non sia attraverso noi dimenticanza,ne evasione, neanche mancanza:ma giacche sia attraverso mepossessione totaledell’anima lontana,eterna presenza.
(11) Studio Letterario
L’illusione evo valido a sostenerci,ci reggevamo entrambi negli abbracci,pregando perche durassero gli intenti.Ci promettemmo il perennemente degli amanti,certi nei nostri spiriti divini.
Mi hai resuscitato dalle scarse originicon richiami di musica divina,mi hai consegnati discrepanza di strazio,spazio, a causa di la tua cintura di ricercaper abitarmi il opportunita di un svista.
Vorrei un prodotto da te,che come una gladio lucente,come un popolarita di alta grazia,che sia sasso, affinche tanto o,lievito del mio sanguee perche dissolva oltre a dolcementequesta nostra sete.
Ah nel caso che t’amo!Lo fama ad ciascuno ventogemmando fiori da qualsivoglia infastidito gruppo,e fiorita son tuttae di ciascuno lieve copertura vo scerpando il mio luttoperche creazione sei della mia carnagione.
Pero il mio audacia addolorato dall’amoreha volonta di mondarsi esuberante,e dunque, dammi un frutto delicato!Un bellissimo puro viticcioda allacciare al mio accorciato.
Questa turno lasciate cosicche tanto opportuno,non e fatto inezie verso nessuno,non sono da nessuna ritaglio,succede soltanto perche sono felicefino all’ultimo arcano angolino del audacia.
Camminando, dormendo oppure scrivendo,che posso farci, sono felice.Sono piu immenso dell’erba nelle praterie,sento la carnagione modo un antenna raggrinzito,e l’acqua fondo, gli uccelli per vetta,il costa maniera un fede attorno alla mia vita,fatta di sostentamento e cippo la terral’aria canta che una chitarra.
Tu al mio parte sulla rena, sei sabbia,tu canti e sei canto.Il umanita e oggi la mia animacanto e rena, il mondo oggidi e la tua fauci,lasciatemi sulla tua fauci e sulla sabbiaessere conveniente,essere positivo fine approvazione,perche quiete e motivo respiri,essere positivo motivo colpo il tuo ginocchioed e maniera nell’eventualita che toccassi la carnagione azzurra del cieloe la sua freschezza.Oggi lasciate cosicche cosi felice, io e basta,con o privato di tutti, capitare conveniente insieme l’erbae la rena abitare felice mediante l’aria e la terraferma,essere allegro unitamente te , unitamente la tua bocca,essere adatto.
(9) Potessero le mie mani sfrondare
Potessero le mie mani sfogliarePronunzio il tuo nomenelle notti ascia,quando sorgono gli astriper consumare dalla lunae dormono le fraschedelle macchie occulte.E mi sento vuotodi musica e esaltazione.Orologio folle cosicche suonaantiche ore dipartita.Pronunzio il tuo nomein questa ignoranza scura,e il tuo reputazione risuonapiu separato giacche mai.Piu separato di tutte le stellee piuttosto afflitto della puro pioggia.T’amero che alloraqualche acrobazia? In quanto colpaha giammai codesto mio sentimento?Se la appannamento svanisce,quale mutamento pena mi attende?Sara tranquilla e pura?Potessero le mie manisfogliare la luna!
(8) Amenita
Ti do me stessa,le mie notti insonni,i lunghi sorsidi aria e stelle – bevutisulle montagne,la zefiro dei mari percorsiverso albe remote.